Differenza tra Font Serif e Sans-Serif
Quante volte quando si parla di grafica, hai sentito parlare di Font Serif e Font Sans-Serif?
In quest’articolo andremo a vedere insieme le principali differenze tra i due tipi di font e come sono nati ma soprattutto, scopriremo come utilizzarli al meglio nei tuoi progetti.
Qual’è la differenza tra Font Serif e Sans-Serif?
La reale differenza tra un Font Serif e un Font Sans-Serif stà tutta nella presenza o meno degli allungamenti alle estremità di ogni lettera che rendono il font con o senza “grazie”.
In sostanza la complessità delle forme che definiscono la fine delle aste di ogni lettera, contribuiscono a definire la classificazione del font.
I Font Serif sono detti anche “graziati” o “con grazie”, i Font Sans-Serif invece sono detti anche “bastoni”, “a bastone” o “senza grazie”.
Le origini dei Font Serif
I Font Serif, derivano dalla forma di scrittura utilizzata in epoca latina e a loro volta sono raggruppati in quattro grandi categorie: Old Style, Transizionali, Bodoni e Egiziani.
I Font Serif solitamente vengono utilizzati in testi lunghi come libri, giornali o rivista proprio a causa della loro leggibilità in quanto smorzano lo spazio tra una lettera e l’altra come avviene nella scrittura a mano agevolandone la lettura.
Font Serif più conosciuti: Times New Roman, Georgia, Palatino e Garamond.
Quando utilizzare i Font Serif
Proprio per le loro caratteristiche, trasmettono autorevolezza e professionalità ricordando lo stile delle vecchie macchine da scrivere o istituzioni rinomate. I Font Serif non sono però sempre “estetici”, hanno anche un valore di body copy.
Spesso i Font Serif sono più leggibili in scale ridotte come ad esempio su stampa a font 9.5 dove permette di distinguere meglio le singole lettere facilitando la lettura.
Le origini dei Font Sans-Serif
I Font Sans-Serif fanno la loro apparizione nella carta stampata intorno al 1805 e sono diventati subito popolari grazie alla loro leggibilità e chiarezza soprattutto su grande formato.
I Font Sans-Serif hanno avuto la loro “esplosione” con l’avvento dei computer successivamente degli smartphone rendendo la leggibilità su schermo più fluida.
Font Sans-Serif più conosciuti: Arial, Helvetica, Montserrat e Tahoma.
Quando utilizzare i Font Sans-Serif
Sono rinomati per la loro pulizia evocando modernità tendendo a imitare la scrittura “a mano” stampatello.
Questi font sono adatti per copy con poco spazio ma soprattutto per tutto quello che deve essere leggibile a schermo come app o siti internet proprio perchè privi di “grazie”.
Trucchi su come utilizzare al meglio i Font Serif e Sans Serif insieme:
- Lasciati ispirare dal design e dal progetto che stai creando, cerca di non utilizzare più di 2 font differenti in modo tale che il rapporto sia bilanciato, almeno che il progetto non lo richieda per motivi particolari;
- Utilizza due font che abbiano un buon contrasto tra di loro, cosi che sia chiara la differenza;
- Ricordati che i font devono essere sempre leggibili, fai varie prove e trova la combinazione più adatta al progetto;
- I Font Serif sono più formali dei Sans-Serif. Questo non è del tutto vero, entrambi possono essere classici, esistono font a bastoncino eleganti che richiamano il passato e si adattano ad ogni necessità.
In conclusione, hai capito la differenza tra i Font Serif e i Font Sans-Serif, online è possibile trovare migliaia di font per queste due tipologie di carattere (e non solo), non ti resta altro che scaricarli e dare sfogo alla tua creatività.
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Sono Alessandro Minotto, un Grafico Pubblicitario di Padova, da diversi anni attivo nel settore in cui ora opero anche come freelance. La mia visione della grafica non è semplicemente un puro e semplice lavoro, ma una passione da coltivare e far crescere negli anni.
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